Via libera definitivo alla Direttiva Case Green
Direttiva Case Green: l’Ecofin ha dato il via libera alla EPBD – Energy Performance of Buildings Directive sul rendimento energetico degli edifici, confermando l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo lo scorso dicembre.
La Direttiva fissa obiettivi ambiziosi per ridurre il consumo energetico complessivo degli edifici in tutta l’UE, tenendo conto delle specificità nazionali.
Dal 2030 emissioni zero per i nuovi edifici, ristrutturazione graduale degli immobili, a partire da quelli con le peggiori prestazioni e caldaie a gas consentite fino al 2040.
La direttiva stimolerà la domanda di tecnologie pulite prodotte in Europa e creerà posti di lavoro, investimenti e crescita.
Indice degli argomenti:
· Edifici a emissioni zero entro il 2050
· Ristrutturazione graduale degli edifici con le peggiori prestazioni
· Energia solare e mobilità sostenibile
Il testo è stato approvato nonostante il voto contrario di Italia e Ungheria e l’astensione di Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia.
La direttiva sarà ora pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE per entrare in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella propria legislazione nazionale.
La Commissione riesaminerà la direttiva entro il 2028, alla luce dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti durante la sua attuazione.
Edifici a emissioni zero entro il 2050 e standard minimi di prestazione
Attualmente gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’UE.
Secondo le nuove norme, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero (dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica) ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dell’UE dovrà raggiungere la neutralità carbonica.
La direttiva rivista introduce standard minimi di prestazione energetica.
Per quanto riguarda il patrimonio edilizio non residenziale, le norme prevedono un miglioramento graduale, attraverso standard minimi di prestazione energetica, che porterà a ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033.
Gli Stati membri potranno esentare da questi obblighi alcune categorie di edifici residenziali e non residenziali, tra cui gli edifici storici o le case vacanza.
Ristrutturazione graduale degli edifici con le peggiori prestazioni
I singoli paesi potranno definire in autonomia la propria traiettoria nazionale da adottare per la riduzione di consumi ed emissioni, considerando gli obiettivi intermedi da raggiungere di riduzione del 16% entro il 2030 del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali e del 20-22% entro il 2035, consentendo una flessibilità sufficiente che consideri le peculiarità nazionali.
In Italia, stiamo parlando di riqualificare in pochi anni oltre 500mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari. Senza contare le nuove costruzioni”.
Gli Stati membri dovranno garantire misure di sostegno tecnico e finanziario, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili.
Eliminazione graduale dell’uso di combustibili fossili negli edifici
La direttiva aumenterà l’indipendenza energetica dell’Europa, in linea con il piano REPowerEU, riducendo l’uso di combustibili fossili importati.
Energia solare e mobilità sostenibile
Le nuove norme garantiranno la diffusione di impianti solari adeguati negli edifici di nuova costruzione, negli edifici pubblici non residenziali esistenti. L’installazione dell’energia solare dovrà avvenire gradualmente, a partire dal 2027, nel caso siano oggetto di una ristrutturazione che richiede un permesso.
fonte:infobuildenergia.it
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