Emissioni CO2, 12 Paesi Ue rischiano di non centrare gli obiettivi 2030
Emissioni CO2, 12 Paesi Ue rischiano di non centrare gli obiettivi 2030
L'Unione Europea sta affrontando sfide significative nel raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, con Germania e Italia particolarmente a rischio di non riuscire a centrare i target stabiliti. Secondo uno studio di Transport&Environment (T&E), queste nazioni sono molto indietro rispetto agli obiettivi fissati dal regolamento europeo sulla condivisione degli sforzi (Effort Sharing Regulation, ESR).
L'ESR mira a ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 in cinque settori non coperti dal mercato europeo delle emissioni di CO2 (ETS): trasporti stradali, edilizia, industria minore, rifiuti e agricoltura. I target individuali per i Paesi sono basati sul loro PIL, con quelli più ricchi che devono ottenere riduzioni più elevate.
Il report di T&E evidenzia che dodici Paesi dell'UE rischiano di non rispettare la normativa ESR senza un'azione immediata. Germania e Italia, rispettivamente con un divario di 10 e 7,7 punti percentuali dagli obiettivi, potrebbero dover acquistare crediti di CO2 dal mercato ETS per colmare il gap. La Germania potrebbe dover spendere fino a 16,2 miliardi di euro per acquistare 126 milioni di titoli, mentre l'Italia potrebbe affrontare un costo di 15,5 miliardi di euro.
L'Italia può ancora raggiungere i suoi obiettivi migliorando il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec) e implementando nuove misure, come l'accelerazione dell'elettrificazione dei trasporti su strada e la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Anche la Francia è vicina al suo obiettivo, ma rischia di non raggiungerlo se non mantiene le politiche attuali o se affronta un inverno molto freddo che aumenti il consumo di energia.
Altri Paesi che rischiano di non rispettare gli obiettivi includono Romania, Irlanda, Svezia, Austria e Danimarca. Al contrario, Spagna, Grecia e Polonia sono considerati i più virtuosi, con la Spagna che potrebbe superare il suo obiettivo del 2030 di 7 punti percentuali e guadagnare 10 miliardi di euro attraverso le compensazioni dai Paesi inadempienti.
Per mantenere i Paesi in linea con gli obiettivi, è probabile che si verifichi una corsa ai crediti di CO2, facendo aumentare i prezzi e potenzialmente escludendo alcuni Stati membri che potrebbero affrontare procedure di infrazione per mancata conformità. Le prime verifiche sono previste per il 2027 per gli anni 2021-2025 e nel 2032 per il periodo 2026-2030.
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